
Sebbene con ritardo di una settimana, rispetto alle canoniche date d’inizio mese, anche per il 2025 è stata celebrata, tra l’11 ed il 15 febbraio scorsi, la classica “settimana santa” della musica leggera.
Dal 1951 la città di Sanremo ospita l’evento artistico più importante del nostro Paese, capace di catalizzare più di qualsiasi altro l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori.
Forte delle sue tante attrazioni, nei giorni del Festival della Canzone Italiana la città ligure diviene vera e propria capitale dell’entertainment e del glamour. La kermesse canora, dentro l’Ariston, è soltanto una parte del grande fermento che si vive in città, con numerosi eventi e attività collaterali che riempiono l’intera settimana: un incredibile e complesso ecosistema che ruota attorno alla manifestazione, generando occupazione ed incredibili opportunità di networking, non solo nei settori di riferimento dello spettacolo ma anche del lusso e del benessere, del food & beverage di qualità, e molto altro. Senza dimenticare che Sanremo è anche un grande laboratorio socio-culturale di matrice nazional-popolare, in cui si confrontano stili espressivi e prendono forma le nuove tendenze artistiche. “Fabbrica e vetrina insieme”, come è stato definito.
L’edizione di quest’anno, la 75°, è stata un successo strepitoso, probabilmente ben oltre le più rosee aspettative. Trovarmici coinvolto, sebbene solo collateralmente, per la prima volta nella mia nuova veste di parte della produzione di un format televisivo, è stata un’esperienza davvero incredibile e che spero di ripetere.
I temi della comunicazione istituzionale e d’impresa, uniti a quelli dell’entertainment law, mi appassionano da sempre al pari di tutte le altre questioni giudirico-economiche di cui mi occupo, come professionista legale e come manager del terzo settore. Essere un pò istrionico è nella natura di qualsiasi avvocato, quindi questo coinvolgimento – non più, come in passato, quale mero spettatore ma, in qualche modo, quale ingranaggio di una macchina davvero incredibilmente vasta e complessa – mi ha regalato emozioni bellissime.
Il progetto del format “Fuori dal Festival”, promosso dalla Mainstream Academy che mi pregio di presiedere, mi ha fatto toccare con mano l’enorme importanza economica e socio-culturale, con un indotto davvero d’interesse per tutto il Paese, di eventi cross-mediali di portata intergenerazionale qual è stato, senza dubbio, questo Festival 2025, nel quale si sono alternate voci potenti della tradizione ed artisti di più recente fama che, diciamoci la verità, devono all’auto-tune il loro successo.
Fuor di polemica – che non mi appartiene soprattutto in un ambito, come quello musicale, nel quale non posso certo definirmi esperto – a Sanremo ho conosciuto persone straordinarie, sia sotto il profilo artistico che umano. Fumare – lui una sigaretta, io il mio immancabile habano – con l’immenso Simone Cristicchi nel dehors del mitico “da Nicò”, a piazzetta Bresca; cenare con “a pret” (com’è stata coloritamente definita, cioè “lo scoglio”) Rose Villain ed i suoi amici al “Clapsy” di fronte agli yacht; prendere un caffè con Giorgia, insieme all’editore di RTL102.5 Lorenzo Suraci ed al grande Andy Fumagalli dei Bluvertigo, al bar di Villa Noseda; sorseggiare nello stesso posto un drink con Francesco Tricarico, parlando delle rispettive maestre, ça va sans dire, usando solo gli epiteti più eleganti; vedere mio figlio Davide, appena diciottenne, fare un elegante baciamano ad una grande signora come Iva Zanicchi; sentire, nella stretta di mano con un grande maestro come Enzo Campagnoli, la stessa grandissima energia vitale necessaria a far roteare la bacchetta della direzione d’orchestra sul palco dell’Ariston. Emozioni che non si dimenticano facilmente.
Ho davvero sentito sulla mia pelle quella vitalità speciale, quella frenesia adrenalinica, che tutta la città dei fiori vive durante quelle magiche giornate: qualcosa che non può arriva nelle case degli italiani attraverso la televisione, che si può comprendere davvero solo vivendolo.
Ho anche apprezzato un’organizzazione della città a dir poco perfetta sotto ogni punto di vista, per la quale non posso che complimentarmi vivamente con l’amministrazione locale.
Qualche preoccupazione, in questo ormai collaudato meccanismo città-palcoscenico, l’ha destata quest’anno la sentenza n. 843 del 5 dicembre 2024, con cui il T.A.R. della Liguria ha deciso che il Festival, essendo patrimonio comunale, deve essere valorizzato attraverso una gara pubblica per la sua organizzazione, quindi non potrà più essere affidato direttamente alla RAI. Ciò non significa, ovviamente, che non sarà più la RAI ad organizzarlo e metterlo in onda (anche perché, per legge, tale messa in onda deve avvenire in chiaro e coprire, con la stessa qualità di segnale, tutto il territorio nazionale, nonché dev’essere fruibile, sempre in chiaro, anche all’estero) ma, semplicemente, che per farlo la televisione pubblica dovrà competere, ipoteticamente, con altri concorrenti. Da un lato, però, il Comune e la stessa RAI stanno preparando un ricorso al Consiglio di Stato che potrebbe ribaltare la sentenza; dall’altro, Piersilvio Berlusconi ha dichiarato in modo inequivoco di non essere interessato ad un’eventuale gara. Magari potrebbe esserlo il gruppo Warner-Discovery ma è ancora tutto da vedere. Quindi le preoccupazioni, in realtà, non hanno motivo d’essere.
Sono stati circa 245 milioni di euro il volume d’affari complessivo di questa settimana, di cui appena 62 generati direttamente dalla RAI con gli introiti pubblicitari: significa che tutto il resto, la gran parte, deriva dai tanti, tantissimi, elementi di un indotto multiforme, che va dall’industria discografica al merchandising, dall’ospitalità ai trasporti, dall’intrattenimento fuori dall’Ariston alle puntate del Casinò, dalla comunicazione al networking.
Non sarà un caso, quindi, che per le vie di Sanremo ho potuto vedere tanta politica, ben più di quanta potessi immaginarne: non tanto quella dei frontman e dei grandi nomi (salvo un paio di Ministri), ma soprattutto quella fatta di lobbisti e dirigenti chiave delle istituzioni. Potere vero, che tuttavia resta per lo più nell’ombra e risulta riconoscibile solo per i veri “addetti ai lavori”. D’altra parte, si sa che Sanremo, per certi aspetti, quella settimana diventa anche un quartiere bene di Roma.
Ma a ben vedere la città può considerarsi, contemporaneamente, anche un quartiere di tante altre città che sono centro nevralgico dell’economia nazionale. Sicuramente Milano e soprattutto Napoli (ma direi l’intera Campania), i cui abitanti la popolano copiosamente, non meno dei romani.
Tanta “bella gente” arriva da ogni parte della nazione: d’altra parte la sigla scelta da Carlo Conti, per questa edizione del Festival, è stato proprio il brano “Tutta l’Italia” di Gabri Ponte. Ed è sicuramente vero, come recita il testo della canzone, che “con sta roba ci salta tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Italia”.
Alcuni di questi visitatori vengono a Sanremo per svolgervi una qualche attività produttiva o quantomeno pubbliche relazioni; la maggior parte, però, sono soprattutto nient’altro che turisti, che s’inventano improbabili pretesti, a volte perfino indossando finti pass, per collezionare selfie con gli artisti ed imbucarsi alle innumerevoli feste, festine e festone nei vari locali della città, che definire “trash” è davvero un eufemismo. Vengono in buona sostanza a perdere del tempo, anzi ad impiegarlo perché si vede che ne hanno a loro disposizione molto non meglio utilizzato, magari non essendo impegnati con un vero lavoro.
E viene in mente il testo più accattivante tra tutte le canzoni in gara quest’anno, quella che confesso essere la mia preferita in assoluto: “dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze”, “questa gente non fa un c… e li mantengo tutti io con le mie tasse”, “dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non sono mai dei buoni investimenti”, etc. etc. Insomma, “grazie, ma no grazie” di Willie Peyote (e forse, qualcuno, ha anche intuito a chi vorrei dedicarla…).
Contrariamente alle mie abitudini – chi mi conosce sa bene che sono un viveur che non si sottrae certo alla “dolce vita” – questo primo giro sanremese mi ha visto impegnato soprattutto sulla realizzazione della produzione, con pochissimo tempo da dedicare allo svago. Fortunatamente sono però riuscito ad entrare diverse volte nell’iconico Teatro Ariston, sia per le prove, ascoltando in anteprima le canzoni in gara, sia per assistere alle serate: soprattutto la più ambita e divertente, quella delle cover. E ringrazio, per questo, la RAI che ha voluto farci un graditissimo regalo, selezionando proprio la nostra redazione tra oltre 700 testate giornalistiche accreditate in sala stampa “Lucio Dalla”.
Esperienza notevole, peraltro, anche la stessa sala stampa. Un luogo veramente suggestivo, nel quale si respira un’atmosfera particolarissima e ci si sente davvero protagonisti dell’evento: soprattutto quando si è chiamati ad esprimere le proprie preferenze sugli artisti in gara.
Rientro a Roma davvero tanto arricchito da questa indimenticabile settimana sanremese.
Non certo economicamente, è il caso di sottolinearlo subito per prevenire i possibili detrattori ed invidiosi: le produzioni costano tanto ed il bugdet, per questa prima edizione, era molto limitato. Anzi, non nasconderò che sul piano finanziario è stato un vero e proprio “bagno di sangue”, soprattutto perché la produzione ha dovuto farsi carico dell’incapacità – e dei veri e propri tentativi di sabotaggio – di ex soci e collaboratori che hanno abbandonato anzitempo la nave, pensando stesse affondando. Salvo poi accorgersi che il sottoscritto “Capitan Findus” è un vecchio lupo di mare e sa sempre come tornare in porto !!!
Ciò che mi ha arricchito, invece, sono stati i tanti eccezionali partner e collaboratori che, proprio nel momento in cui la navigazione era molto tempestosa, hanno scelto comunque di salire a bordo e, con la loro professionalità e generosità, hanno saputo trasformarla in una splendida e rilassante crociera.
E’ dunque arrivato il momento, per me felicissimo, dei ringraziamenti.
Grazie, prima di chiunque altro, al carissimo amico Gianfranco Sciscione, patron del Gruppo Editoriale Netweek, che con le sue emittenti televisive ci ha offerto la possibilità di andare in onda, in broadcasting nazionale sul canale 62 (Donna TV), in una fascia oraria assolutamente perfetta, con anticipazioni e repliche su tutti i principali canali regionali del suo gruppo. Senza avere alle spalle della produzione un editore così in gamba e disponibile, non avremmo potuto fare granché !
Grazie, poi, a coloro che “ci hanno messo la faccia”, a partire dalla cara Vanessa Grey, eccezionale nella conduzione, insieme con la straordinaria Paola Delli Colli ed il talentuoso Fabius De Vivo.
Grazie di cuore alle tre brillantissime menti “dietro le quinte” che, con me e Vanessa, hanno scritto i contenuti autoriali della trasmissione. Il generale di ferro Antonio Di Trento, che ha saputo mettere tutti noi in riga ed al quale mi lega una pregressa amicizia nata dalla comune militanza elettorale: questa esperienza lo ha ormai reso – non me ne voglia per la definizione il diretto interessato – il mio vero e proprio “partner in crime” ufficiale per le produzioni televisive. E poi il geniale ed ipertecnologico Marco Rimmaudo ed il più elegante e veloce problem solver che io abbia mai conosciuto, Simone D’Agostino.
Grazie al nostro simpaticissimo e “paterno” regista, il maestro Romano Sciscione, ed alla sua squadra di bravissimi tecnici che, nonostante le difficoltà della location e delle limitate risorse tecniche disponibili in loco, sono riusciti a realizzare un prodotto televisivo di qualità e successo.
Grazie al nostro consulente artistico Franco Renzi, al nostro assistente di produzione e social media manager Davide Foderini, al nostro ufficio stampa Cristina Attinà ed al nostro più grande supporter, il mitico Rocco Pagano.
Grazie agli sponsor, che con il loro sostegno hanno contribuito alla realizzazione di un sogno. Lexamp, lo studio legale e tributario che mi onoro di dirigere. Maggiore, la prima società di autonoleggio senza conducente nata in Italia nel 1947. Boccadamo, sinonimo di qualità e stile “made in Italy” nel panorama orafo-argentiero internazionale. Ciao Carb, brand del gruppo Make Healthy dedicato ad un’alimentazione ad alto contenuto di proteine e fibre vegetali. Deltronics, azienda leader nella produzione di ledwall e schermi customizzati. Narciso, storica casa d’arte torinese.
Grazie ai tanti artisti che ci hanno onorato della loro partecipazione al nostro programma, a partire da Simone Cristicchi, Iva Zanicchi, Andy Fumagalli dei Bluvertigo e Francesco Tricarico, che ho già citato prima, e poi Marcella Bella, Pierdavide Carone, Niveo, Deva.
Grazie per la sua incredibile simpatia e gentilezza al maestro Enzo Campagnoli, anch’egli già citato poco sopra. E grazie al discografico Giancarlo Prandelli ed al vocal coach Giancarlo Genise per i loro preziosi contributi.
Grazie a giornalisti ed opinionisti come Gabriele Parpiglia, che ha scelto proprio il nostro salotto per delle rivelazioni inedite sulla conduzione del Festival, Tiziana Rocca, Lele Boccardo, Salvatore Battaglia, Barbara Carrer, Elisa D’Ospina e Numa Palmer. E persino astrologi come Vincenzo Laganà.
Grazie al proprietario del Teatro Ariston, Walter Vacchino, che ci ha regalato una prospettiva unica sul Festival e sulla sua storia.
Grazie al Presidente dell’Osservatorio Nazionale sul Bullismo e il disagio Giovanile, Luca Massaccesi, ed al collega avvocato Daniele Bocciolini, esperto di lotta e repressione della violenza di genere e del bullismo.
Grazie al direttore di London One Radio, Phil Baglini, principale emittente radiofonica di lingua italiana nel Regno Unito, ed al capo redattore di Radio Lora Zurigo, Bruno Indelicato, storica radio italiana nella Svizzera tedesca, per averci aiutato a capire cosa significa Sanremo per gli italiani che vivono all’estero.
Grazie agli ospiti istituzionali, a partire dal Ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, e poi al Presidente del Comitato per gli Italiani nel Mondo presso la Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, on. Simone Billi, al componente della Commissione di Vigilanza RAI e sanremese doc sen. Gianni Berrino, nonché all’Assessore al Turismo della Regione Liguria, on. Luca Lombardi, che hanno partecipato al nostro format.
Grazie anche al Sindaco ed all’Assessore al Turismo del Comune di Sanremo, i colleghi avvocati Alessandro Mager ad Alessandro Sindoni, che non ci hanno fatto mancare il loro supporto dall’esterno.
Grazie, per lo stesso motivo, al direttore de La Riviera (periodico sanremese edito dal Gruppo Netweek), Andrea Moggio, ed a tutta la sua splendida redazione, che ci ha accolto come parte di una stessa famiglia, mettendoci a disposizione uffici e contatti strategici.
Last, but not least, grazie con tutto il mio cuore ed amore alla più efficiente, paziente, generosa e capace direttrice di produzione che potesse accompagnarci in questa bellissima avventura sanremese, Maria Pagano, vera team builder del nostro gruppo. Grazie a lei soprattutto perché, alle rose rosse che Achille Lauro ha galantemente fatto pervenire a tutte le donne (e non solo) della sala stampa, la sera di San Valentino, lei ha preferito quelle che le ho poi regalato io!
Ora non ci resta che aspettare il prossimo Festival, e non è detto che sia necessariamente fino a febbraio 2026 per quello di Sanremo.
Stay tuned.